Più fortunata di queste città fu Parma, dove verso il 1758 il Traetta, chiamatovi dal Duca regnante, si ebbe oltre a lauti emolumenti, il titolo di Maestro di Cappella della Corte Ducale e l’incarico d’insegnare il canto alle duchessine della famiglia ducale.
Dimorando a Parma diede alle scene parecchie altre opere, tra cui nel 1759 l’«Ippolito ed Aricia», che fu ripetuta nel 1765 in occasione delle nozze dell’Infanta di Parma con il Principe delle Asturie. Il suo nome ormai era diventato mondiale.
Venne chiamato a Venezia a dirigere il Conservatorio dell’Ospedaletto; qui vi rimase sino al 1768, epoca in cui Caterina II di Russia lo chiamò a Pietroburgo nella sua corte a sostituire il Galuppi. A Pietroburgo stette per sette anni e con le opere «Isola disabitata» nel 1769, «l’Olimpiade» nel 1770 e «l’Antigone» nel 1772 si guadagnò l’entusiastica ammirazione della Zarina.